Questa volta Giorgio vi racconta la storia del Mossie e come abbiamo deciso di chiamarlo con il nome di un aereo famoso per il suo mistero insieme alla storia e alla leggendaDa curioso lettore di notizie della nostra
storia nazionale mi sono imbattuto in un articolo che parlava di un’azione
militare messa in atto dagli alleati durante la Seconda guerra mondiale. La
cosa buffa è che questa storia ha dato vita ad un marchio di scope per la
pulizia della casa (o ramazze) la scopa Pippo, appunto.
Approfondendo questo
argomento ho scoperto che uno dei velivoli utilizzati era il Havilland DH.98 Mosquito soprannominato Mossie dai suoi piloti.
Il nomignolo ebbe molto successo e ormai, nell’ambito degli appassionati di velivoli,
identifica l’aereo.
Quando ci siamo
messi a cercare un nome per il nostro atom abbiamo notato la somiglianza con la
forma della fusoliera dell’aereo e quindi è venuto spontaneo adottare il nome
Mossie aggiungendo Goofy che è la
traduzione inglese di Pippo.
Poi abbiamo
notato che il mistero sull’origine del nome destava curiosità e ci siamo
divertiti a non svelarne l’origine, che oggi invece riveliamo.
Da questo capirete anche l’origine del logo che abbiamo preparato per il Mossie Goofy che vedete in alto .
Vi riporto, se
siete anche voi curiosi, uno stralcio del testo sulla vicenda storica:
La vera storia di “Pippo”
Gli anziani se ne ricordano ancora: qualcuno
continua ad avere un brivido lungo la schiena, parlandone, mentre altri lo
rammentano un po' come un innocuo rompiscatole. Qualcuno, invece, col senno di
poi, si chiede se sia realmente esistito.
Tra il 1943 e il 1945, nessuno aveva la certezza di chi fosse esattamente Pippo,
se un tedesco o un alleato, se avesse delle missioni da compiere o se
sganciasse bombe senza una mira ben precisa.
Forse era un bimotore, forse un
monomotore, non era dato saperlo. Poteva trattarsi, più probabilmente, di un
bimotore inglese o americano, perciò un Mosquito o un bombardiere A20 o B25.
L'unica certezza era questa: al calare della notte, il rombo di un misterioso aeroplano
si sentiva nei cieli dell'Italia del nord, seminando il panico tra vecchi e
giovani, ricchi e poveri. Perchè Pippo poteva colpire ovunque e chiunque, senza
preavviso. Così, ad una certa ora della sera, era diventato un'istituzione
rinchiudersi in casa dicendosi "Arriva Pippo!".
Perchè Pippo?
Qualcuno dice che Pippo sia stato così soprannominato per l'omonimo personaggio
disneyano, che all'epoca fascista era stato colpito dalla censura: pare, del
resto, che il muso di questo aereo ricordasse quello del migliore amico di
Topolino.
Altri, invece, ricollegano il nome ad una canzone in voga in quel
periodo: "Ma Pippo Pippo non lo sa/che quando passa ride tutta la
città"... Un po' per esorcizzare la paura che ogni notte si presentava,
inesorabile, assieme al sordo ronzio del malefico aeroplano.
Pippo cambiava "carattere" da zona a zona. A Novara e in Liguria, ad
esempio, si trattava di un veivolo inoffensivo, magari solamente fastidioso, ma
in ogni caso non un serial killer, insomma, un piccolo aereo da ricognizione,
un alleato, incapace di mietere vittime.
In Emilia, Lombardia, Veneto e Friuli,
la situazione era esattamente all'opposto. E non cambiava solo l'indole, ma
anche nome: a Tortona era chiamato Peppino, in Toscana "il Notturno".
A Bologna, quasi affettuosamente, era detto "Pippetto Ferroviere": in
alcune zone della provincia, come ad esempio Mulino della Valle, lo si ricorda
come l'aereo che lanciava volantini prima di ogni bombardamento, in modo da
dare la possibilità a tutti di potersi riparare ne rifugi.
SPEGNETE LE LUCI!
Pare che Pippo attaccasse solamente dove vedesse delle luci accese: per questo
motivo la gente era solita girare fuori e dentro casa con una lanterna coperta,
lasciando aperto solamente un piccolo spioncino per illuminare la strada. Uno
spioncino che chiudevano del tutto non appena sentivano arrivare l'aereo
infernale, scappando verso i rifugi.
E' assodato che all'epoca venissero utilizzati diversi aerei per creare
disturbo notturno, ma non si trattava di killer che bombardavano alla cieca,
piuttosto si trattava di strumenti posti a fare leva sul terrorismo
psicologico.
Al Castello del Buon Consiglio di Trento, è esposta una fotografia di Pippo: si
tratta di un De Havilland 98 Mosquito. Proviene da una collezione privata, ma
non è stato riconosciuto come il vero Pippo da tutti coloro che l'hanno vista.
Io penso che non ci fosse un unico Pippo, ma certo quello che ha sorvolato non
fu sempre un'immagine rassicurante ed amica, ma anche un vero e proprio
"dispensatore di morte" [..] Per alcuni un angelo protettivo, per
altri un vendicatore, per molti un incubo, per altrettanti un eroe: ognuno
aveva il suo Pippo e forse è giusto che il mistero continui ad alimentare
questa leggenda di un periodo della nostra storia pieno di dolore e sofferenza
ma anche di speranze e di sogni."
Ecco che adesso avete capito da dove viene il nome e le intenzioni dietro il concetto dell'atom, noi lo volevamo multifunzione come lo era il Mosquito, più veloce di un caccia Spitfire, ma anche un aereo da trasporto, un bombardiere, un ricognitore.
Non è stato facile centrare gli obbiettivi, e mettere d'accordo tre punti di vista molto diversi tra loro, però siamo sicuri di essere riusciti nell'intento e ne siamo orgogliosi.